Storie, leggende, miti. Quello che altrove si  è perso, in Sardegna resiste radicato nella memoria delle comunità più conservative. Un tempo, nelle lunghe serate invernali si usava radunarsi intorno al fuoco a raccontarsi storie, vere e inventate. “Contos de fochile” (racconti da focolare) si chiamavano, dove spesso si mescolavano il sacro e il profano, echi di riti ancestrali, di culti pagani con agiografie di santi. Erano storie di luoghi reali, di antichi paesi scomparsi, di uomini e donne tramutati in esseri mostruosi, di esseri soprannaturali che venivano a far visita sulla terra. Nascevano direttamente dal fascino arcaico e dall’oscurità di una terra come la Sardegna, dove il paesaggio ha in se stesso qualcosa di misterioso e di leggendario, con le sue montagne inospitali e selvagge, gli sconfinati altipiani desolati, con le sue linee silenziose e deserte, e persino con i suoi misteriosi monumenti preistorici: un’isola che invoglia a immaginare, a raccontare e a farsi ascoltare.

Illustrazioni – Claudia Piras